Non riusciamo mai a stare soli con noi stessi, parlare alla nostra coscienza, rivivere la giornata passata, pensare agli sbagli commessi, agli obiettivi raggiunti e a quelli mancati che ci eravamo prefissi.
Siamo immersi in un mondo turbinoso, senza pausa. Vediamo il tempo correre, scivolarci addosso senza poterlo fermare! Non ci rendiamo conto dello stesso tempo che passa.
Siamo costantemente connessi ad una “rete” fatta di luci, colori, notizie che, anziché aiutarci, si rivela essere la tela di un ragno e, noi, ne siamo le ignare vittime.
Siamo distratti da mille cose, che siano esse tecnologiche oppure no.

Molte volte dovremmo provare a fare un esercizio: quando tutto inizia a farsi pesante dobbiamo fermarci a parlare con il nostro “amico interiore”, colui che ci conosce più di chiunque altro… cioè noi stessi, la nostra coscienza.
Continuiamo, infatti, a vivere senza conoscerci veramente, senza sapere cosa vogliamo davvero, cosa ricerchiamo nella nostra vita. Si è immersi in un mondo vuoto di valori reali.
Il testo di una canzone recita: “torno a casa e non so di chi“; non sappiamo più, appunto, neanche di chi sia il posto dove viviamo.
Ci fermiamo alla superficialità delle cose senza mai approfondire, “perché le necessità sono altre“. Lavoro, social e vita sociale, molte maschere che spesso penetrano le nostre vite fino a diventare i nostri nuovi volti. Basta guardarsi attorno per renderci conto di essere circondati da esseri simili a robot programmati solo per agitarsi, e non da persone pronte a battersi per qualcosa!
È per questo che, sempre più spesso come robot, l’essenza più profonda di molte persone attorno a noi, dopo il molto inutilizzo, si spegne esattamente come una fiamma che non viene alimentata.
I più fortunati se ne accorgono e spesso questa presa di coscienza assomiglia ad un vero e proprio shock, ad un risveglio dopo una lunga e sofferta dormita.
Se ci mettessimo, infatti, seriamente
davanti allo specchio, e non solo per vedere se i capelli sono a posto o se le nuove scarpe comprate online sono alla moda, molte persone potrebbero scoprire
di avere di fronte un vero e proprio estraneo.
Per rispondere a questo inevitabile (e salutare!) disorientamento sarà fondamentale dar forza alla nostra coscienza, ritornando ad alimentare quell’amico interiore. Orientandolo verso un’esistenza Virile e Sacra, i cui riferimenti si concretizzano nei valori dell’Onore, Lealtà, Fedeltà, Sacrificio e Coraggio; verso il Principio di un mondo, ben diverso da quello moderno.
Esso è la conoscenza e la realizzazione di una Verità Superiore a cui dobbiamo adeguare la nostra Vita, donandoci senza pretendere di porre condizioni, accettando dinanzi a mille ostacoli anche la via più difficile.
Il primo passo, quindi, per riscoprire noi stessi e tornare ad alimentare quel Fuoco che non custodiamo più, che troppo spesso ormai infanghiamo e disonoriamo, sarà quello di ridare forza e voce al nostro amico interiore, cioè la nostra coscienza, unico indicatore per la riscoperta e la crescita dirompente di quel Fuoco chiamato Tradizione, fucina Eterna, creatore di uomini che hanno dato vita alle grandi Civiltà, e che aspetta solo di essere ripreso!