La crisi economica dovuta al Coronavirus può essere evitata: sta solo a noi scegliere di farlo. La nostra terra offre a tutti noi la possibilità di avere prodotti ed esperienze unici. Dalle vacanze al cibo, passando per la cultura, questa nostra terra, è patrimonio della civiltà ma da sempre è stata abusata e dimenticata, anche dai suoi figli. È arrivato il momento di salvarne e svilupparne i frutti.

Comprare locale oggi è il primo grande gesto di ribellione verso le multinazionali e gli avvelenatori culturali che lottano per un mondo ed un mercato “più aperto”. Inoltre, è inutile quanto vile continuare a ripetere a pappagallo la favoletta del “costa di più”. Siamo diventati un popolo di ricercatori dei riferimenti nutritivi e prezzi solo quando si tratta di screditare con qualche banale pretesto una nostra produzione, ma dimentichiamo il tutto quando per poterci conformare acquistiamo un prodotto più alla moda quanto anche più costoso o meno sano, dimenticando le nostre piccole realtà che rimangono perle locali.
Ci sono politicanti che si riempiono la bocca di questo concetto ma, poi, nessuno è veramente vicino alle famiglie abruzzesi o italiane ed alle nostre terre in difficoltà. Se si è nelle stanze dei bottoni, essere veramente vicini alle famiglie in difficoltà significa lottare sempre alla luce di verità e giustizia, non di privilegi autoreferenziali o in ottica di rielezioni e marciume simile. Ci sentiamo di dire che nessuno ha mai veramente difeso, sviluppato o cercato di tutelare la produzione locale ed i risultati sono ben evidenti su tutto il panorama nazionale.
Oggi noi abbiamo scelto di ribellarci e lotteremo sin d’ora, lanciando questo appello a tutti coloro che hanno la coscienza sveglia per capirlo.
COMPRARE LOCALE È COMBATTERE!