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SALIAMO SUL BOLZA!

  • Articolo pubblicato:3 Marzo 2023
  • Categoria dell'articolo:Azione!

Prima che la neve imbiancasse le vette abruzzesi, la nostra Comunità è riuscita a raggiungere anche la cima del monte Bolza a 1904 metri di altezza sull’altopiano di Campo Imperatore. Quella che all’inizio sembrava una semplice escursione dall’insolito clima primaverile, dopo circa trenta minuti di percorso ha iniziato a mostrare il suo vero volto, ricordando a tutti che la montagna non può mai essere sottovalutata. 

Lo sperone, infatti, era davvero inospitale sul versante nord, tanto che vento e ghiaccio ci hanno fatto scegliere questo lato solo per la discesa, aspettando un leggero aumento di temperatura. Salendo dal borgo di Castel del Monte, la culla che ospitava questa torre di roccia ricordava un paesaggio Tolkieniano. Già in altre escursioni, come quella sul monte Cappucciata, abbiamo avuto modo di ammirare da lontano il Bolza, promettendo di salirvi un giorno. 

Il paesaggio che ci attende è di tipo roccioso e il sentiero, superata la steppa ai piedi del monte, si fa sempre più ripido e scivoloso: non è più l’ora di bucolici vagheggiamenti ma della concentrazione su ogni passo. Con costanza ma senza fretta, dopo oltre un’ora di salita siamo tutti fermi a riprendere fiato tra i massi del Bolza, ma della vetta non vediamo ancora nulla: solo roccia sopra di noi. Il sole ci dà ancora il suo sostegno, ma da qui la salita inizia davvero a farsi più tecnica, aiutandosi perfino con le mani in alcuni punti. 

Arrivati a quella che sembrava essere la vetta, ci rendiamo conto che siamo solo abbastanza in alto da poter vedere la cima che ci attende. Nessuno nasconde la stanchezza, ma si procede subito a tracciare il percorso per terminare la salita. Anche la rinuncia è contemplata: in momenti come questi tutto deve essere attentamente meditato: la stanchezza, l’equipaggiamento, il meteo e i tempi di discesa. 

Niente può essere lasciato al caso solo perché si vuole raggiungere la meta per meri fini sportivi e individuali. Siamo partiti insieme e insieme torneremo a valle. Fatte tutte le dovute riflessioni del momento, tra un respiro affannoso e una salita a mani e piedi, abbiamo conquistato quello scoglio finale che fino a poco prima ci sembrava insormontabile e anzi, aveva iniziato a scoraggiarci. 

Questo è il bello della montagna, tutto il suo insegnamento è racchiuso in momenti come questi: da lontano sembra impossibile, non si scorge nemmeno il percorso. Solo camminando a testa bassa, concentrati su di sé, si vincerà. 

Siamo davanti ad un panorama vasto, come molti altri che già abbiamo cercato di descrivere prima. Questa volta abbiamo sotto di noi le piane di Campo Imperatore e in lontananza Rocca Calascio. La discesa, a sud del monte, cambia la sua fisionomia: niente più pareti di rocce scavate ma discese ripide e pericolose. Disegnando grandi tornanti, raggiungiamo con prudenza zone più sicure per tagliare finalmente la discesa verso i campi che ci hanno ospitato all’andata, ancora riscaldati da un sole radioso.

Alle spalle, quella irraggiungibile vetta – tornata alta e lontana – ci saluta imponente, lasciandoci nel cuore lo stupore di una conquista così simbolica, di quella piramide nella piccola Tibet d’Abruzzo: il monte Bolza.