Rescritto Imperiale

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L’approccio, precisiamolo subito, è qualitativo. E qualitativamente parlando, questo fascicolo pesa. Con esso, nelle mani si sente tutto il gravare di secoli, il peso di una storia e cultura tra le più luminose che si siano manifestate. In esso, concentrato, sintetico e schematico, si può assaporare l’antico (il “Rescritto Imperiale”) ed il moderno (“Consigli ai soldati sui fronti di battaglia”) in un’armonica continuità. Ma non devono ingannare i titoli dei due brevi testi qui proposti perché essi, in perfetto spirito giapponese, molto nascondono per poi svelare -a chi si accosta silente e vigile- profondi insegnamenti. Infatti, solo a prima vista essi argomentano di questioni prettamente militari. La loro materia spazia invece trasversalmente in ogni dimensione dell’essere, chiamando in causa corpo mente e spirito nella realizzazione di uomini veri e giusti. Quindi le parole che qui troveremo espresse sono valide per tutti, o almeno per tutti quelli che decidono di vivere la propria vita come “militia super terram”. Ciò che merita essere chiarito è l’inganno in cui solo una lettura veloce e grossolana potrebbe far cadere: non vi è mai un appiattimento dell’uomo alle rigide o stringenti regole dell’antica tradizione, in cui l’unico scopo dell’autorità è rendere il singolo una ennesima replicata espressione della volontà imperiale, svuotandolo di una propria ed autonoma identità. Viceversa, si trovano richiami all’aspetto più umano del milite, esaltando quelle potenzialità specifiche che permettono a ciascuno di incarnare -ovunque egli sia- il senso profondo del Giappone (si capisce con ciò in quale alta considerazione è tenuto il singolo combattente).

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