
Discorso sulla socializzazione
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In questo scritto, Carlo Costamagna ha trattato uno degli aspetti più dibattuti della dottrina economica e sociale del Fascismo: la socializzazione.
Capisaldi della socializzazione sono la co-gestione e la co-direzione da parte delle maestranze sulla direzione delle aziende, nonché la ripartizione degli utili delle aziende stesse.
Codificata durante la RSI, con i famosi 18 punti di Verona a causa della guerra non trovò mai una reale applicazione sia per le difficoltà oggettive del momento storico, sia per il contrasto degli imprenditori che facevano di tutto per boicottarla.
Nel dopoguerra la nascita del MSI, aveva posto la socializzazione al centro del dibattito per l’unificazione di molti movimenti neofascisti e come il nucleo fondamentale di tutta la politica nazionale di questi ultimi. Il dibattito si prolungò per tutti gli anni ’50 sui giornali e sui periodici che si richiamavano alle posizioni del neofascismo, come ad esempio “Il Meridiano d’Italia”, “Il Secolo d’Italia”, ed altri ancora. Vi era la necessità di definire una linea politica che l’allora giovane MSI doveva seguire, delineando una vocazione “sociale” del nuovo partito politico.
Contro questa posizione si schierò Julius Evola che, in più di un’occasione, precisò come al contrario bisognava porre la questione politica su di un piano più elevato di quello semplicemente economico. Si evidenziava, quindi, l’equivoco che parole d’ordine come “stato di lavoro”, “socializzazione” o “umanesimo del lavoro” potevano creare senza un reale riferimento ad una visione spirituale che rappresentasse l’essenza stessa di tutti i movimenti fascisti.
Anche Carlo Costamagna, con il testo che qui presentiamo, intervenne sull’argomento. Era il 1951, sulle pagine del periodico “La Rivolta Ideale”, il noto giurista evidenziava l’errore e la confusione che si stava generando nell’ambiente neofascista. Infatti, secondo la visione autentica del sindacalismo rivoluzionario non era possibile pensare ad alcun tentativo di instaurare il corporativismo o la socializzazione al di fuori del Fascismo.
Per Costamagna, infatti, le ricette “sociali” o “economiche” non risolvono il problema politico di uno Stato, se poi la società non si inserisce in un contesto più vasto. Se non si conforma, in poche parole, ad una visione dello Stato organico tradizionale al cui centro è visibile un’autorità legittima. L’importanza di questo scritto, quindi sta nell’evidenziare come i principali problemi di una società di uno stato o, a maggior ragione, di una civiltà, non derivino tanto dall’elaborazione di formule sociali o da programmi politici, quanto dalla riconquista da una parte della Nazione e del popolo di un’unità politica, cioè della sovranità di un principio politico non subordinato all’economia. Un breve saggio che sicuramente si pone in controtendenza con l’attuale orientamento del sistema democratico moderno, sicuramente un ulteriore contributo al risveglio delle coscienze!