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PESCARA: ARRIVA IL QUARTO MCDONALD’S. SERVE DAVVERO?

È recente la notizia della costruzione del quarto Mcdonald’s nella zona di Pescara. Questa volta nel quartiere dei “colli”, dove già esistono pizzerie e paninoteche, nonché negozi, che possono soddisfare ogni voglia e necessità degli abitanti della zona.

Ma è davvero necessario tutto questo? È così necessario avere il panino più industriale del mondo a portata di mano anche in quel quartiere? È o non è indegno per una città, la sua storia e il suo popolo farsi considerare come merce indifferente ad abusi e sfruttamenti “culinari” e commerciali? (Specialmente per l’Abruzzo, con il suo vasto patrimonio del gusto…)

Tutto questo sembra così assurdo. Fino a qualche anno fa per la generazione dei nostri genitori, seppur già figlia di confusioni e deviazioni, era una gioia organizzarsi con qualsiasi mezzo e con quanti più amici per raggiungere il locale di cui circolavano storie e aneddoti – quasi come leggende – solo per il fatto di cercare e fare nuove esperienze.

Ma allora, come siamo arrivati in così pochi anni ad essere schiavi di una moda – qual è a tutti gli effetti quella di McDonald’s – di cui i cardini sono la comodità, l’assenza di personalità, riproponendo in serie prodotti e disposizioni, il profitto al posto della genuinità dei prodotti e la totale mancanza di rapporti umani ed esperienze?

Oggi abbiamo la presunzione di volere tutto e subito; la nostra profonda debolezza e il nostro asservimento ai nostri più bassi istinti è oro per chi studia le nuove offerte di mercato. Di fatto, anche grazie ai lockdown che hanno abituato indistintamente qualsiasi fascia di età a ricevere tutto a casa comodamente grazie ad internet, siamo arrivati al punto di far aprire l’ennesimo posto uguale, in un’altra zona della città, a pochi minuti da tutte le altre ed agli altri locali della stessa catena. Niente è veramente differente in questo mondo, tutto è uguale o al massimo è simile. Non c’è più la vera diversità che invocano in TV, e che infarciscono di false speranze e diritti alla moda.

Ci siamo resi schiavi delle ambizioni, delle mode, della finta originalità. Non è solo un fatto economico o di comodità se ci ritroviamo con questa ennesima apertura o se, ad esempio, aziende e politici utilizzano degli “influencer” per dirci cosa comprare o da che prospettiva vedere un determinato argomento.

Il problema non è se apre una paninoteca o una lavanderia ma è l’uso e consumo che facciamo di ogni cosa. Non basterebbe un pianeta vergine per accontentare le voglie e i finti bisogni moderni delle persone. Tutti vogliono smartphone più potenti, ma nessuno pensa a ciò che avviene in Africa per estrarre il Coltan dalle miniere – minerale indispensabile per la costruzione dei nostri amati telefonini; tutti vogliono vestirsi con l’ultimo capo alla moda prodotto da mani infantili e sfruttate, ma nessuno pensa ad acquistare dai produttori ed artigiani italiani; tutti vogliono sfoggiare il proprio fisico sui social frequentando palestre 7 giorni su 7, ma nessuno pensa a quanto è tossico per i cari che li circondano il proprio egoismo e narcisismo. Tutti vogliono sballarsi e “staccare la spina” – attraverso droghe, alcol, giochi e sesso – ma nessuno è consapevole della propria vigliaccheria nella fuggiasca evasione dalla realtà.

E torniamo quindi al nostro titolo iniziale, serve davvero tutto questo? Sicuramente un nuovo negozio che apre equivale a più posti di lavoro. Ma dipende anche da cosa si apre! In questo caso sappiamo bene che siamo ciò che mangiamo, e una società che fa crescere i suoi figli con panini e cibi industriali non sarà certamente la società che si guadagnerà molto successo nel suo futuro. Basta guardare l’America, che sta pagando seriamente lo scottante dato di una gioventù e una complessiva popolazione soggetta a malattie dovute all’obesità e al sovrappeso, che non sono altro che il riflesso di un illusorio senso di libertà nella scelta di beni e servizi sul libero mercato. È questo il punto: davvero la nostra libertà è la scelta di un prodotto sullo scaffale?

CONSUMISMO, PIGRIZIA, MODA e MODERNITÀ’ SFRENATI saranno la tomba del nostro popolo, e quando un fast food ti apre la sua quarta succursale in un quartiere un pò fuori dal tempo, come lo sono rimasti i “colli” di Pescara, il campanello d’allarme suona forte!

Sta a noi scegliere se ascoltarlo o meno. In alternativa, potrete sempre usare il monopattino elettrico per muovervi un po’ all’aria aperta quando i frutti di questa società dei consumi e dei suoi bei panini made in U$A avranno fatto effetto.