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Un militante di ferro

  • Articolo pubblicato:19 Giugno 2023
  • Categoria dell'articolo:Pensiero

Nella nostra esperienza come Comunità Militante nata sul territorio abruzzese molte sono state e continuano a essere le esperienze e le conoscenze fatte. Alcune più belle di altre, ma questo è normale nella vita di ogni persona, e lo è ancora di più per chi decide di affrontare il mondo che lo circonda per riportarvi una scintilla di luce. Le esperienze, siano esse positive o negative, sono alla base della vita e quindi della militanza di ognuno di noi.

Ogni militante e quindi membro della Comunità deve saper riconoscere, in ogni occasione, chi o cosa ha davanti a sé e decidere cosa fare di conseguenza. Nel caso di nuove conoscenze si deve decidere se coltivare e continuare una parte del percorso di crescita e lotta con quest’ultime o giungere direttamente ai saluti, nel caso in cui fossero persone dannose. Il caso che vogliamo riportare, però, non solo è uno di quelli positivi, ma anche unico potremmo dire.

auriti

Da quando la nostra Comunità è nata abbiamo portato avanti una serie di ricerche su personaggi e fatti che riteniamo fondamentali per la nostra identità, per la crescita e per la consecutiva diffusione nel mondo. Non possiamo non annoverare il professor Giacinto Auriti, abruzzese come noi, di Guardiagrele (CH). Uomo dalla fede integerrima e dalla vasta preparazione culturale, ha dedicato tutta la sua vita a svelare l’inganno della moneta-debito e a lottare contro l’usura (queste sono solo alcune delle cose che il professore ha fatto, e ci poniamo l’obiettivo di tornare a parlare meglio di lui in futuro), pagando dure conseguenze (o ritorsioni?) da parte del sistema.

Il professor Auriti fu sin dalla sua giovinezza un militante e un ricercatore fedele ai principi della Tradizione, e durante il suo cammino su questa terra raccolse molti seguaci. Parleremo di uno in particolare, la cui conoscenza non è stata affatto un caso: era invece destino che un giorno di una calda estate incontrassimo Luciano, “Patacchino” per i suoi vecchi camerati.

Proprio quando credevamo di non avere più speranze di reperire una testimonianza viva su Auriti, delle vaste battaglie portate avanti per una vita e del progetto per una società organica, ci siamo trovati ad entrare in contatto con una serie di persone, oggi nostri camerati, con le quali procede un lungo e articolato lavoro di ricerca. Un lavoro che ci ha portato fino a casa di Patacchino.

Qui siamo stati accolti come dei nipoti o, per meglio dire, proprio come dei camerati, con il calore ed il sorriso di un uomo avanti con gli anni e colpito nel corpo ma mai arresosi.

Luciano, sin da subito, ci ha messo a disposizione non soltanto la sua memoria, i suoi studi e i suoi vasti contatti a livello nazionale, ma anche la sua immensa e fornita biblioteca, preziosa fonte per l’ampliamento delle nostre ricerche e studi.

auriti

Al nostro incessante chiedere, Patacchino ha sempre risposto candidamente, spiegandoci il più possibile nel dettaglio tutto e non tralasciando l’analisi sul presente e sul futuro; perché, come ci ha ripetuto, la nostra formazione deve essere tesa ad operare nel mondo “conversioni” della gente, altrimenti è vuota e inutile azione.

Troppe persone ha visto fare solo retorica sulla moneta alternativa così come sugli ideali di riferimento, ma di poche ci parla con gioia perché quelle poche non si sono fermate alle belle parole. Sin da subito davanti alle nostre inibizioni e al rispetto che si deve per una persona in età avanzata lui ci ha risposto: “Potete stare tranquilli, mica sono un borghese”, dando così il la alle nostre domande e discorsi.

Ci ha lasciato stupiti quando, parlando di una delle tante battaglie da lui dirette con i militanti del gruppo di Perugia, le lacrime hanno preso il sopravvento per un istante e ha ammesso che non solo rifarebbe tutto come allora ma che gli manca il poter seguire di persona le attività come riusciva ancora pochi anni fa. E poi quelle lotte negli anni sessanta al fianco del professor Auriti per poter tenere un comizio a Roma in Piazza del popolo, sconvolgendo gli antagonisti non solo sul piano fisico ma anche su quello intellettuale, impedendo loro di non poter fare a meno di ascoltare, applaudire e ricredersi.

Un militante di ferro, umile e dedito alla causa, nonostante ogni impedimento fisico. Lettore e traduttore dei nostri riferimenti in diverse lingue, studioso poliedrico, ma soprattutto fedele a Dio con la stessa predisposizione al dono e alla battaglia che ci è stato possibile leggere solo nei libri. Noi militanti più giovani e con moltissima strada da fare non possiamo far altro che imparare da Patacchino di ciò che deve essere fatto, lieti che ancora una volta la catena della trasmissione non si è interrotta ma rafforzata.

MSI