Premessa: Ciò che scriviamo in questo breve articolo non è il frutto di una fugace rabbia montata dopo un solo giorno passato attorno ad un terreno macchiato dall’incuria dell’uomo moderno, ma è la cosiddetta ultima goccia che ci ha convinti a riconoscere questo problema, che nei primi periodi dell’imposizione (poi diventata norma e oggi diventata moda) dell’uso della mascherina, ci vedeva in realtà dubbiosi verso la possibilità che si arrivasse a tanto.

Affrontando la terza tappa delle nostre escursioni, verso Rocca Calascio, ci siamo imbattuti più di una volta con delle mascherine buttate a terra. Un nuovo modo per avvelenare il territorio, ma anche una nuova evidente prova dell’ipocrisia umana di quelli che “vanno in montagna per respirare meglio” e lasciano le loro scorie durante il passaggio cosicché, sia la montagna e sia tutta la natura circostante, smettano di respirare!
Non ci stupirebbe se, dopo la lettura di questo nostro articolo, qualche fedele sostenitore di questo sistema ci dicesse che “bisogna accettare le mascherine”, “è colpa dei cestini che non vogliono lavorare”, “la mascherina bisogna averla anche in montagna e vanno cambiate ogni 2 ore”; ormai è chiaro che per giustificare la sua viltà, il figlio del mondo moderno, arriva ad ergersi avvocato di se stesso e di ogni idiozia che per istinto combina.
Come potete notare anche voi, girando per le strade di qualsiasi paese e città, questo fenomeno non è poi così raro, anzi sembra “essersi diffuso” in ogni parte.
Spinti non da un falso ecologismo modaiolo alla Thunberg bensì da un vero stile di vita, ci sentiamo di denunciare (con i nostri seppur limitati mezzi e modi) – non come isterici “gretini” o zelanti questurini troppo affezionati a credere che la soluzione sia in una telefonata e poi una denuncia in caserma verso “ignoti” – questo fenomeno tutto moderno; perché non crediamo sia possibile che per far del bene a noi stessi ci debba ad ogni modo rimettere l’intera natura. E ciò che scriviamo, anche se incentrato, oggi, sulle mascherine, non esula dall’attacco anche a tutte quelle altre categorie di idioti che lasciano ben altri residui durante le loro passeggiate.

Qual è il motivo di queste azioni? Semplice: l’egoismo e il menefreghismo delle persone che, fregandosene dell’ambiente circostante – nonostante sia la loro casa, che li ospita e dà loro da respirare e mangiare – non si fanno problemi a danneggiarlo e, in un certo senso, ad ammalarlo e ucciderlo.
La soluzione a tutto questo, come molte volte da noi ribadito, è la FORMAZIONE: formare l’uomo ad ESSERE CONSAPEVOLE di se stesso e delle proprie azioni, ad un nuovo e più giusto stile di vita retto da VERI valori all’insegna quindi della TRADIZIONE, e non da false ideologie e mode. Come già dichiarato, non abbiamo nulla in comune con gli HIPPIE né con coloro che, nascondendosi dietro un misero ecologismo fatto di buste di stoffa, prodotti “bio” e manifestazioni dove si va per saltare scuola e strillare cori buttando cicche di sigaretta e bottiglie di alcolici per terra. Ciò che ci spinge a difendere la natura e l’intero pianeta, invece, è un Amore più grande. Perché l’albero, il mare, il lago e la montagna non sono altro che il riflesso di Dio, elementi essenziali che, assolvendo quotidianamente al loro Dovere, donano la vita a tutti gli esseri viventi.
Le mascherine dunque, buttatele ai piedi di chi vorrebbe imporvele spacciandole come oggetti di sicurezza e prevenzione al virus, non in montagna!