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I figli del mondo moderno: Lo scalatore sociale

  • Articolo pubblicato:20 Luglio 2021
  • Categoria dell'articolo:Pensiero

Questa rubrica ha come scopo quello di delineare i tipi umani che oggigiorno maggiormente popolano le strade. Ciò che scriviamo è frutto delle esperienze che quotidianamente facciamo e che si accentuano ancor di più attraverso le battaglie tra strade, scuole e lavoro, che portiamo avanti come Comunità.

Questi brevi e diretti testi hanno inizio con il nostro scritto riguardante l’epitaffio dell’imbecille, quel ragazzo che, andando dietro a false illusioni ed effimere “passioni”, diventando adulto, si è trovato sostanzialmente vuoto e, da morto, nessuno ne nota e sente la mancanza.

Con queste piccole descrizioni non vogliamo in alcun modo elevarci sopra un piedistallo e lanciare sentenze e giudizi, dato che è il nostro stesso percorso di ribelli che ci porta in modo naturale a confrontarci dentro noi stessi con questi comuni comportamenti per doverli, poi, estirpare. Siamo consapevoli che la scalata per diventare dei veri Uomini ed Eroi non sia facile. Ma anche queste piccole riflessioni sui “figli del mondo moderno” possono senza alcun dubbio aiutare tutti ad inquadrare ulteriormente meglio il percorso da intraprendere in noi stessi, per rivoluzionarci ed evitare di cadere sotto i colpi dei nostri errori.

Se persona è quell’uomo che si differenzia dai suoi simili perché ha una personalità, un proprio carattere, una propria natura e vocazione che lo indirizza in ogni scelta e momento della sua Vita, individuo è invece colui che rinuncia ad esistere davvero, mimetizzandosi e uniformandosi alla massa di altri individui-numero che lo illudono di una vile sicurezza. L’abbiamo ben affrontata nello scorso articolo questa differenza, che abbiamo individuato nel tipo del ‘tiepido’.

Questa volta, però, ne diremo due sullo ‘scalatore sociale’: un tipo ambiguo, multiforme, bramoso di potere e alla continua ricerca del denaro (perché profondamente convinto che questo conferisca potere, anche se è solo una malata sensazione), a tratti confondibile col ‘tiepido’ ma ben più spregiudicato. La sua apparenza simpatica e forse anche servile, in realtà, illude chi ha davanti perché, a differenza dell’ingenuità e della pavidità di chi non vuole avere sulle sue spalle alcuna responsabilità, lo “scalatore” sarà sempre in prima linea, ovunque: a scuola, fra gli amici, sul lavoro, in palestra, in fila al supermercato o all’hub vaccinale.

Non c’è bisogno di un grande “occhio allenato” per notarlo: quando ne hai uno vicino ne senti quasi la presenza…o meglio, il ronzio! Già, perché lo ‘scalatore’ ha sempre fretta, è affamato, brama e odia chi lo ostacola. Ma di cosa è alla ricerca?

Soldi, premi, complimenti, case, macchine e potere sono ciò che definiscono la sua grama esistenza. Lui non è un uomo, quindi fatto di carne ed ossa, di sogni e passioni, di fede e coraggio; lui è ciò che possiede e la sua vita è continuamente in bilico poiché sono le sue egoistiche aspirazioni a definirlo. Di fatto, lo ‘scalatore’, è posseduto dai suoi bestiali interessi, diventando schiavo e non padrone della sua vita. Più che vivere, è vissuto.

Esso può fare a meno delle amicizie, a differenza del ‘tiepido’, perché non teme di rimanerne senza: teme solo di rimanere senza un soldo né lavoro. Anzi, la solitudine lo aiuta a perseguire i suoi obiettivi poiché amici, famiglia e cari, nel tempo, verranno travolti dalla sua invidia, dal suo odio e dalla trascuratezza dovuta alla sua unica preoccupazione: i suoi interessi puramente materiali.

A scuola ti metteva a disagio mentre si comprava la simpatia dei professori per ottenere i massimi voti; sul lavoro ti faceva pena il suo leccaggio di piedi per ottenere incarichi maggiormente remunerati; alle elezioni ti faceva ridere il suo impeccabile “portaborsismo” per quelle facce da schiaffi sui manifesti affissi ai muri. È così che conduce la sua vita: da miserabile verso chi gli sta sopra, leccando e strisciando, e da tiranno verso chi riesce a sottomettere sotto la sua figura.

A chi non è mai capitato di ricevere un sermone da uno di loro? Una cosa del tipo: “Ma quanto sei stupido a leggere e studiare, ad essere generoso e leale con tutti, a coltivare le tue stupide passioni che non ti portano soldi… anzi te li fanno perdere. La vita è una, caro mio, e per mangiare bisogna guadagnare. Conosci la frase ‘Mors tua, vita mea?!’”.

Quante volte siamo stati anche noi degli arrampicatori? Piccoli gesti, malvagi pensieri che balenano in testa e, come un lampo, accecano. Chi sa quante volte con famigliari, amici e colleghi invece di rispettare il proprio posto, assolvere al proprio dovere e sacrificarsi, si è anteposta la brama di ottenere un posto più comodo, un vantaggio, un interesse personale?

A questo omuncolo, che al suo passaggio lascia solo terra bruciata, noi contrapponiamo il vero ‘scalatore’: quello che fa di sé stesso una montagna e della sua esistenza una scalata per riuscire a raggiungere la sua vetta, per conoscere i propri sentieri, per non accontentarsi, per non illudersi di piccole nuvole che in verità portano tempesta. Una salita che non tutti vedono e che molti neanche iniziano.

Noi la scelta fra l’essere scalatori sociali e scalatori di vette l’abbiamo fatta… E tu!?