Questa rubrica ha come scopo quello di delineare i tipi umani che oggigiorno maggiormente popolano le strade. Ciò che scriviamo è frutto delle esperienze che quotidianamente facciamo e che si accentuano ancor di più attraverso le battaglie tra strade, scuole e lavoro, che portiamo avanti come Comunità.
Questi brevi e diretti testi hanno inizio con il nostro scritto riguardante l’epitaffio dell’imbecille, quel ragazzo che, andando dietro a false illusioni ed effimere “passioni”, diventando adulto, si è trovato sostanzialmente vuoto e, da morto, nessuno ne nota e sente la mancanza.
Con queste piccole descrizioni non vogliamo in alcun modo elevarci sopra un piedistallo e lanciare sentenze e giudizi, dato che è il nostro stesso percorso di ribelli che ci porta in modo naturale a confrontarci dentro noi stessi con questi comuni comportamenti per doverli, poi, estirpare. Siamo consapevoli che la scalata per diventare dei veri Uomini ed Eroi non sia facile. Ma anche queste piccole riflessioni sui “figli del mondo moderno” possono senza alcun dubbio aiutare tutti ad inquadrare ulteriormente meglio il percorso da intraprendere in noi stessi, per rivoluzionarci ed evitare di cadere sotto i colpi dei nostri errori.
Seguendo la scia dell’imbecille, è facile delineare i tratti caratteristici di questo personaggio. Crediamo che sia fra i peggiori – o addirittura il peggiore – essendo colui che mai si schiera e mai si schiererà pienamente in una “battaglia”. Il suo colore preferito è tutto l’arcobaleno perchè cerca dagli altri le idee e le energie per tirare avanti, ma il grigio è il suo vero colore perchè in realtà i “tiepidi” non hanno una posizione e non prendono delle vere decisioni, così come appoggiano tutti e allo stesso tempo nessuno. Il tiepido è fra le persone peggiori perchè, come direbbe Giorgio Gaber, «s’allena a scivolare dentro il mare della maggioranza»: non si identifica e rimane invertebrato per adattarsi ad ogni occasione. Esso sarà colui che mai ti appoggerà in nulla e, se lo farà, sarà solamente perchè sarà stato spinto da altri a farlo. Lui non sta col nemico; lui è il nemico!

Lo vedi camminare per strada, non emana alcuna “luce”; lui è commerciale e non ha nulla di autenticamente suo. Anche a scuola non si espone mai, resta sempre nell’ombra e non afferma mai la sua idea né i suoi pensieri su alcun tema. Magari qualche idea ce l’ha pure ma non ha il coraggio di condividerla o di esporla perché preferisce rimanere nella massa (oggi detta elegantemente ‘maggioranza’)… quante volte, anche noi, siamo stati tiepidi!?
Amicizie ne ha, ma anch’esse sono grigie; i loro discorsi sono poveri, senza profondità. Non hanno mai fatto una scazzottata per difendere la verità delle proprie idee, non si sono mai mandati a fanculo… Magari li odia anche ma, per non ritrovarsi solo, resta insieme a loro e si tiene vilmente per sé le sue antipatie verso gli altri. Anche qui, quante volte ci siamo ritrovati nei panni del tiepido e, per interessi personali o chissà cos’altro, abbiamo deciso di frequentare amicizie torbide?
Da adulto cosa e chi diventerà questa persona? Si “accenderà” o deciderà di rimanere “tiepido” e continuare sulla strada pianeggiante senza doversi mai impegnare realmente? Da grande, forse, avrà un lavoretto normale e si accontenterà di “galleggiare” nella sua vita da adulto. Non vorrà migliorarsi in alcun campo, resterà un mediocre in tutto ma, anche se non bisogna diventare tuttologi, è imperativo Conoscere sé stessi e sbocciare secondo la propria natura… ovviamente non per chi preferisce vivacchiare!
Nel mondo di oggi, di tiepidi, ce ne sono a palate. Sono dappertutto! È importante, allora, saper evitare comportamenti o azioni che si identificano come “tiepide”.
In un mondo diventato buio c’è bisogno di riportare luce. C’è bisogno di Uomini – veri – che emanino luce e che sappiano infonderla, a loro volta, agli altri. Essere quelli che vivono per dire «bello questo, però io non mi impegno a farlo», «è giusto quello che dici, ma io sono impegnato a fare le mie cose» e ancora «bisogna assolutamente agire, però io non partecipo» significa non vivere, non condividere veramente quello che si dice di apprezzare, non essere vere persone cioè esseri che hanno una personalità. Se ci si farà trasportare tutta la vita dai propri “impegni” si finirà per essere quelli che vivono di corsa senza arrivare mai ad una meta, senza concludere niente. Perché appunto di impegni ne abbiamo tutti, ma le posizioni, le battaglie intraprese, gli attimi eroici che la vita ci offre, sono unici e non aspettano (erano appunto gli eroi quelli che aspettavano la battaglia!!). Per non vivere una vita da “tiepidi” o da “imbecilli” l’unica e vera soluzione è quella di non farsi travolgere dalle scuse ma scegliere da che parte stare!
