Al momento stai visualizzando I figli del mondo moderno: Il politicante

I figli del mondo moderno: Il politicante

  • Articolo pubblicato:29 Ottobre 2021
  • Categoria dell'articolo:Pensiero

Questa rubrica ha come scopo quello di delineare i tipi umani che oggigiorno maggiormente popolano le strade. Ciò che scriviamo è frutto delle esperienze che quotidianamente facciamo e che si accentuano ancor di più attraverso le battaglie tra strade, scuole e lavoro, che portiamo avanti come Comunità.

Questi brevi e diretti testi hanno inizio con il nostro scritto riguardante l’epitaffio dell’imbecille, quel ragazzo che, andando dietro a false illusioni ed effimere “passioni”, diventando adulto, si è trovato sostanzialmente vuoto e, da morto, nessuno ne nota e sente la mancanza.

Con queste piccole descrizioni non vogliamo in alcun modo elevarci sopra un piedistallo e lanciare sentenze e giudizi, dato che è il nostro stesso percorso di ribelli che ci porta in modo naturale a confrontarci dentro noi stessi con questi comuni comportamenti per doverli, poi, estirpare. Siamo consapevoli che la scalata per diventare dei veri Uomini ed Eroi non sia facile. Ma anche queste piccole riflessioni sui “figli del mondo moderno” possono senza alcun dubbio aiutare tutti ad inquadrare ulteriormente meglio il percorso da intraprendere in noi stessi, per rivoluzionarci ed evitare di cadere sotto i colpi dei nostri errori.

Ci teniamo preventivamente ad avvisare tutti quelli che vorranno dirci “Eh ma cosa vi aspettate? La politica è questo!” o anche “Se non col voto, di cosa ci serviremmo per avere voce in capitolo?”, che non siamo interessati a questi commenti sterili quanto miopi perché, come chiaramente riportiamo quotidianamente nei nostri testi e nelle battaglie che portiamo avanti, c’è Politica e politica. Ci sono Uomini e uomini. E chi si batte solo per vedersi rattoppato il manto stradale sotto casa e per le vie che percorre in auto ogni giorno – anziché, solo un esempio, contrastare il problema della droga e del suo spaccio, che imperversano e dilaniano le vite dai sempre più giovani fino agli adulti – per noi non fa Politica ma fa show, insieme a tutto il pubblico che lo ha votato e che si accontenta di assai poco!

Parafrasando una famosa poesia, di un altrettanto famoso poeta-soldato pescarese: “Ottobre andiamo è tempo elettorale, la caccia è aperta!”

Eh sì, in questo caso ci permettiamo anche di riadattare la poesia “I pastori” di Gabriele D’Annunzio perché sembra essere stata davvero una caccia all’ultimo elettore quella che si è svolta durante le elezioni comunali dei primi giorni di Ottobre di questo 2021; si è promesso qualunque cosa pur di avere un solo voto in più.

Nei piccoli paesini, il mercato – perché è proprio ciò che sembra: un mercato del pesce -, è ancor più evidente. Basta il semplice rinnovamento del manto stradale, la “riqualificazione” di un parco o la promessa di un buon impiego per guadagnare una manciata di sostenitori… Il rinnovamento interessa solo delle cose materiali a quanto pare, non degli animi.

Ed è specialmente in questo periodo che esce fuori dalla sua tana l’ennesima “bestia rara” di cui il mondo moderno ha la piena genitorialità. Il cosiddetto “politicante”, colui che per essere eletto promette, che sorride, che saluta e si fa vivo solamente sotto elezioni!

I suoi interessi per il “sociale”, per la legalità, il suo legame d’appartenenza alla comunità che lo elegge a suo rappresentante dandogli facoltà di amministrare e decidere per tutti, si alzano dal letto ogni cinque anni circa, e restano attivi per due o tre mesi (insomma, il tempo di una campagna elettorale). Ovviamente quando c’è da puntare più in alto del Comune, il politicante è ben più attivo! È l’uomo di tutti. È il ruffiano di corte, cioè quello che fa affiggere i manifesti ogni mese e che inonda i social di suoi post solo per dire al resto del mondo che è entrato in ufficio per fare il suo lavoro di amministratore.

È pronto a tutto pur di convincere chiunque a votarlo. Come già detto per lo scalatore sociale, questo tipo umano non è guidato da chissà quale ideale ma solamente dalla brama di potere e di fama; egli vuole fare carriera in politica per arrivare alla tanto attesa e sognata politica dei GRANDI: occupare un sudicio seggio in parlamento.

E come può raggiungere il suo obiettivo se non colpire il cittadino alla pancia? Bisogna essere degli abili demagoghi per occupare il posto migliore, per vincere! Il popolo ha bisogno di credere e di sperare in qualcosa che può vedere, in qualcosa di concreto. Ed intanto il politicante inizia la sua scalata, prima come “portaborse” del politico di turno, poi come rappresentante locale del partito, e infine come candidato. La sua scuola di formazione è fatta. Adesso potrà spargere le sue promesse elettorali nel mondo.

Ed intanto il popolo degli elettori da anni ancora non capisce che queste campagne fatte di sorrisetti, caffè, panini offerti, e manifesti elettorali che colorano il paese e i dintorni, non andranno mai a suo beneficio ma solo a colui che faranno vincere. Certo, se sarà essere un bravo servitore del suo “padrino” politico, anche qualche elettore potrà gentilmente essere assunto in una qualche occupazione comunale o nell’azienda di un qualche amichetto. Ma l’uomo ha davvero bisogno di perdere la sua dignità per guadagnarsi un sudicio posto di lavoro?

Il politicante è un parassita, un vampiro che, finito di spolpare una vittima, passa subito alla successiva. Egli stringe relazioni solamente per fini utilitaristici ed egoistici, per guadagnare vantaggi e benefici: così fa anche con i partiti.

Per del tempo la sinistra può fargli comodo ma, ad un certo punto, in base all’andamento del “mercato”, si sposta al centro se non anche a destra, perché può avere più spazi, più probabilità di essere notato e votato. Tutto dipende dagli umori della gente dei quali, in realtà, questo essere, ne è succube.

Il politicante è come una bandiera: va dove gira il vento!

Non è certamente questo tipo umano che potrà far scaturire una Rivoluzione Integrale…né nel suo piccolo paesino né in se stesso! Al di là delle chiacchiere e degli slogan altisonanti che insieme al suo partito vorrà usare.

Come abbiamo analizzato nella recente riflessione sul “metodo delle elezioni”, il suo spirito non sarà mai pronto per condurre battaglia contro i VERI problemi di questo mondo. Egli sarà sempre pronto a stringere accordi, a cedere ai compromessi più viscidi e inutili e, così facendo, non sarà mai forte né intransigente, con se stesso e con i problemi e le sfide che dal suo posto dovrebbe affrontare.