Il 10 Febbraio è arrivato anche quest’anno e con questa data sono arrivate le solite cerimonie istituzionali, ammantate di retorica e buonismo, per ricordare i martiri delle foibe e tutti gli esuli italiani costretti a fuggire dalle terre jugoslave. Non un chiaro nome su chi sia stato il mandante di questo genocidio, non una parola sull’odio che fu riservato agli esuli una volta tornati in patria, non un solo accenno alle correnti politiche che mossero questi fili; soltanto un invito sbrigativo al “volersi bene” perché cose di questo genere non accadano più. Questo è quello che viene anche insegnato a scuola, che “cose di questo genere” non riaccadano. Peccato, però, che senza i tasselli fondamentali il quadro non sarà mai chiaro alle generazioni che si susseguono su quei banchi e, di conseguenza, l’odio per i martiri delle foibe (di cui possiamo attestarne la diffusione e la presenza) continua e continuerà a scorrere. In questo senso, è da denunciare che la matrice politico-ideologica non è mai citata, ma anzi, al compiacimento generale riposto nel “Giorno del Ricordo” fa eco durante il resto dell’anno un generale vizio alla giustificazione delle brutalità titine, aumentando l’odio, la menzogna e l’ingiustizia per i nostri compatrioti nelle teste di tutti gli studenti. Per questi motivi, al 10 Febbraio istituzionale, noi preferiamo contrapporre la nostra mobilitazione territoriale, libera da peli sulla lingua e compromessi politici di chi ha paura nell’affermare la verità!

Il 10 Febbraio è il giorno scelto per ricordare quegli italiani vittime della violenza partigiana, attuata per mano dei partigiani italiani e jugoslavi che iniziarono la loro guerra d’epurazione anti-italiana sin dal 1943 e continuarono con certezza fino al 1947, nonostante si attesti che le persecuzioni e gli omicidi anti-italiani continuarono anche negli anni successivi.
I sopravvissuti furono costretti a fuggire, lasciandosi alle spalle le loro vite pur di non rischiare di finire torturati e gettati nelle profondità carsiche. Emblematiche sono le storie di Norma Cossetto e Giuseppina Ghersi, che da qualche anno stanno tornando alla luce per permettere a tutto il mondo di comprendere cosa furono le foibe e perché è necessario ricordarne le vittime.
Anche quest’anno quindi, la nostra Comunità Militante si è impegnata per portare avanti il ricordo dei connazionali colpiti (e nascosti) dalla ferocia comunista.
Le città di Pescara, Roseto degli Abruzzi, San Nicolò, Atri, si sono risvegliate tappezzate in ogni angolo delle strade da nostri manifesti in memoria dei martiri, e molti studenti degli istituti superiori nelle province di Pescara e Teramo hanno ricevuto i volantini distribuiti da TNT-Studenti e Dinamite. Ci è stato possibile, inoltre, organizzare la trasmissione del noto film “Red Land. Rosso d’Istria” in un noto liceo della provincia di Pescara, concludendo le nostre attività con la commemorazione davanti il monumento dedicato alle vittime delle foibe in piazza Guy Moll, a Montesilvano.
Come ogni anno, l’Abruzzo non dimentica i suoi fratelli martirizzati e non cessa di difendere, cercare e invocare Verità e Giustizia per loro, andando contro l’odio insensato e il revisionismo storico. Per la nostra Comunità ci sarà sempre tempo per ricordare queste persone innocenti, e non solo in una data o settimana dell’anno, perché per noi, il 10 Febbraio, è tutto l’anno!