Come Comunità non abbiamo mai negato di credere che esista un sistema che decide ai più alti livelli della politica mondiale. Sistema che si dirama nelle singole nazioni facendo applicare alla lettera le sue volontà, attraverso effimere ideologie, distruggendo tradizioni e cancellando ogni precedente legge pur di raggiungere i suoi obiettivi. Spesso, poi, questo “sistema” è ammantato da pseudo retroscena filantropici, che in realtà nascondono più di un secondo fine.
Rimane, però, da capire chi o cosa ci sia dietro questa entità perché, sebbene sono in molti a definirsi “contro il sistema”, solo in pochi si sforzano di spiegare cosa ci sia dietro questa assai vaga parola.
Per non parlare, poi, di chi fa del complottismo la sua unica bandiera e vorrebbe parlarci di “sistema”, rettiliani e terra piatta… Contro tutto questo abbiamo trovato nel nostro amico e coetaneo Francesco Mastrobattista un grande alleato. È infatti grazie a lui che, dopo aver sentito tanto parlare di “Fabian Society” prima e di “Aspen Institute” ora, abbiamo potuto approfondire e anche annientare molte ombre e dubbi su questi due sinistri nomi. Vista l’uscita -nonostante la giovane età – del secondo libro di Francesco: “Aspen Institute. Gli illuminati del terzo millennio”, abbiamo deciso di rivolgergli qualche breve domanda:
D) Qual era la necessità di scrivere un libro sull’Aspen Institute e perché proprio adesso?
R) Come sottolineo sempre si tratta del primo libro della storia interamente dedicato a questo think tank americano. Qualcuno prima o poi doveva prendersi la briga di parlarne in modo più approfondito. Questa sigla, “Aspen Institute”, spesso nominata in riferimento ai politici attuali, per troppo tempo è rimasta adombrata all’interno dei luoghi comuni e del chiacchiericcio social. Bisognava dunque comprenderne la natura, approfondirne un minimo le origini e infine disegnare una mappa con tutti i collegamenti che questa struttura ha con altre fondazioni e organi della filantropia mondialista.

D) Qual è la mappa di cui ci parli?
R) Come dicevo, intorno al think tank si muovono tantissime società più o meno filantropiche e fondazioni varie, che costituiscono una specie di idra mitologica con tante teste. L’istituto gode di importanti finanziamenti. Citiamo solo alcuni dei “benefattori” principali: Carnegie Corporation of New York, Ford Foundation, Bill & Melinda Gates Foundation, Open Society di Soros, Blackrock, Rockefeller Foundation, ci sono poi anche numerosi contatti con il World Economic Forum, tanto che molti ricercatori dell’Aspen provengono da quelle zone lì. A tal proposito è importante evidenziare un concetto: i vertici amministrativi dell’Aspen, di qualunque altra fondazione o think tank che sia, hanno matematicamente altri rapporti di collaborazione con analoghe realtà. Personalità che frequentano Davos o Brookings si ritroveranno automaticamente a varcare i salotti dell’Aspen o ad essere incaricati di svolgere un’importante ricerca presso lo stesso, e viceversa. Del resto meglio non parlare per non rovinare il piacere della lettura a chi vorrà acquistare il libro.
D) Tu però nel tuo libro parli anche del gruppo Bilderberg. Come mai?
R) Rientra nella categoria dei “rapporti indiretti”. Non sono il primo che si domanda del perché molti di coloro che sono nel comitato direttivo dell’Aspen sono anche passati per Bilderberg e la Trilateral Commission, vale a dire due creature del magnate David Rockefeller. Quindi nel libro do spazio anche ad una descrizione dell’ambiente “bilderberghiano”, fatto di incontri segreti, tenuti a porte chiuse secondo le regole della Chatham House Rule. Tra l’altro i coniugi Paepcke, ovvero i fondatori dell’Aspen Institute, avevano in famiglia una personalità politica di alto rango che frequentava questi incontri.
D) Alla luce di ciò che spieghi nel libro, Destra e sinistra hanno ancora senso?
R) Assolutamente no. Destra e sinistra, repubblicani e democratici, conservatori e globalisti, collaborano tutti apertamente ai tavoli “bipartisan” dell’Aspen Strategy Group (ASG). Lo fanno in nome della tutela degli interessi americani. Sarebbe poi da capire quali sono questi interessi. Come diceva George Wallace, ex Governatore dell’Alabama: “non c’è un centesimo di differenza tra le due parti”. Tutte le altre sezioni dell’Aspen sparse in Europa fungono da bandierine, come per marcare i territori. Fanno tutte riferimento alla casa madre a Washington. I politici, da entrambi i lati della piramide, convergono verso la punta, dimenticando ogni riferimento alle ideologie per cui sono stati eletti. Così rivelano il loro ruolo di semplici vassalli a poteri più alti, alla mano americana
Ringraziamo Francesco per questa bella chiacchierata e a questo punto non possiamo far altro che consigliare la sua seconda fatica editoriale, disponibile insieme al testo “La Fabian Society” su lamiccia.com!
