Dopo il successone del sadico forum nazionale de “Le bimbe di Giuseppe Conte”, arriva in esclusiva per il popolo italiano “i leccaculo di Mario Draghi”!
Ma questa volta non sono donnette in profonda crisi d’identità dovuta a mesi di reclusione forzata, accompagnata esclusivamente dal faccione dell’ex premier in TV e da mariti poco attivi… bensì sono sindaci, rettori, governatori, parlamentari, senatori, industriali, banchieri, giornalisti, medici, farmacisti e addirittura interi comparti (si badi, i vertici di essi, poiché ci rifiutiamo di credere che i lavoratori siano dello stesso parere) come Confindustria, Conftrasporto, il FAI e altre associazioni di categoria nella logistica, nei rifiuti e nelle attività portuali.
Ci siamo uniti anche noi dunque al coro unito del cosiddetto “partito del PIL” (dei potenti, per intenderci) nel chiedere, nell’affermare, nel pretendere che lo stimatissimo Mario Draghi non si curi della sfiducia del parlamento e mantenga la guida della nostra Italia.

Come perché?!
Perché questa è l’era della fluidità, del definitivo decentramento del sé dall’io, in poche parole, della definitiva de-responsabilizzazione dell’uomo. E perché permettere con tanta arroganza e faciloneria ad un mostro (della politica s’intende!) quale il sig. Draghi di abbandonare la nave sul più bello? Proprio nel punto in cui la pentola sta per esplodere grazie ad una guerra che incombe alle nostre porte per le sue personalissime scelte e interessi, in cui l’inflazione galoppa, la soglia di povertà prende il volo, l’indebitamento statale – quasi come una sentenza – scivola verso il “fine mai”, in cui tutti i settori del lavoro sono in ginocchio mentre l’istruzione è ai minimi storici prospettando un futuro tetro.
Per non parlare del clima di militarismo, la cui inaugurazione fu fatta con l’investimento del Gen. Figliuolo per la gestione della pandemia e alimentata tutt’ora con la scusa della pace in Ucraina; delle prese per il culo al popolo attraverso bonus, piccole mance (o marchette), lotterie e cambiali, specchietti per le allodole mentre il costo della vita si impennava, con stipendi che in 30 anni invece di crescere sono diminuiti del 3%; della trappola magistralmente orchestrata per far fallire tutte le piccole e medie imprese edilizie a beneficio di banche, fornitori e aziende multinazionali grazie al “110%”.
Potremmo continuare a iosa.
Ma da un certo punto di vista, come abbiamo detto, è meglio che rimanga alla guida di questa goffa imbarcazione diretta allo sfacelo, il sig. Draghi. Così facendo, almeno, lui e tutti i suoi complici ammantati da una codarda e finta “unità politica nazionale” per il “bene” della nazione in un periodo di emergenza, avranno il posto che gli spetta fra le pagine della storia del nostro paese.
A chi lo difende oggi, a chi sventola lo spauracchio del progresso economico, delle riforme, della diplomazia, della benevolenza internazionale nei confronti di Mario, ricordiamo come la sua politica tutta internazionale, tutta diplomatica, tutta finanziaria abbia prodotto un paese violento (attanagliato da baby gang, orde di migranti e repressi), ignorante (con un tasso di abbandono della scuola alle stelle e solo il 51% di studenti capaci di comprendere un testo), alienato dalla politica e dal suo destino (ne è la dimostrazione plastica l’ultimo referendum a cui hanno partecipato solo il 20% degli aventi diritto…).
E di tutte queste malefatte chi ne risponderà? Chi ne prenderà le responsabilità? Il fu “governo dei migliori” o il popolo italiano che non ha tifato per Draghi e che ora ne farà le spese? Quale straordinaria coincidenza ci sarà allora tra la crisi, la fame, il freddo e la caduta del governo Draghi, un tempismo valido solo per i migliori “professionisti dell’informazione”.

“Caro Presidente Draghi, l’università ha bisogno di lei. Per questo vogliamo farle avere un rinnovato messaggio di stima e allo stesso tempo una richiesta di aiuto: la formazione, la ricerca e soprattutto le giovani studentesse e i giovani studenti del nostro Paese hanno bisogno di esempi da seguire e di riferimenti da ricordare.”
Chiudiamo così questa breve analisi, con la lettera sottoscritta da Ferruccio Resta, Presidente della Conferenza dei rettori delle Università Italiane. Questa è l’istruzione italiana, questa lettera ne è la perfetta sintesi.
Invece di insegnare alla gioventù di un intero popolo ad essere responsabile delle proprie azioni, di essere integri, con un rinnovato senso della dignità, dell’onore e del dovere come riflesso di una nuova Coscienza, le guide delle “migliori” giovani teste italiane, i RETTORI DELLE UNIVERSITÀ ITALIANE fissano come esempio il disumano Mario Draghi, di cui molto altro e meglio si dovrebbe dire, ma la sua terrena santità impedisce la libertà di espressione e la divulgazione di tutte le verità.
In conclusione, davanti al teatrino tutto italiano di questi ultimi giorni non possiamo che schierarci per l’ennesima volta sul fronte dei ribelli, lì dove siamo sempre stati e da dove ancor prima di questa psico-pandemia con relativa dittatura abbiamo iniziato la nostra lotta per riportare Verità e Giustizia nel mondo, cercando di risvegliare quante più coscienze possibili. Adesso, davanti alla caduta di quello che si definiva “Il governo dei migliori” e il tentativo di ritirata del premier più osannato e venerato da media e intellettuali, non possiamo far altro che ridere e sperare che il risveglio di chi veramente vuole vivere (e sopravvivere) sia quantomeno imminente. Un’altra maschera è scesa, l’incoerenza del sistema è stata per l’ennesima volta palese e ancora una volta, a chi crede di essere “padrone della terra”, non è rimasto altro che fare show televisivo con relativi fan club anziché curare e risolvere i problemi dell’Italia anzitutto e spianare il suo avvenire poi.