Se abbiamo aspettato finora da quando siamo nati, per far sentire in una forma così forte la nostra voce, come abbiamo fatto domenica 24 ottobre a Pescara, è perché solo ora abbiamo ritenuto doveroso passare alla seconda fase della nostra ribellione urbana. In un momento in cui la confusione torna a farsi forte insieme ai soprusi, la lotta nelle strade spetta a chi ancora riesce a vedere con chiarezza l’attacco nemico che ci sta consumando e che stiamo subendo.

Domenica 24 ottobre, a Pescara, la nostra Comunità Militante ha indetto un Sit-In che ha visto manifestare il nostro dissenso verso questo sistema insieme a ragazzi e adulti sensibili alla nostra azione. Per due ore, la ribellione – quella vera e non di facciata – è scesa in strada e ha visto i giovani studenti dei licei pescaresi (e non solo) muovere guerra contro questo sistema che ci vorrebbe lobotomizzati.
E così, attraverso un semplice banchetto con dei volantini, uno striscione, un megafono, e la volontà di un manipolo di ragazzi che hanno avuto la volontà di coltivarsi con valori fuori dal mondo moderno, è stato possibile gridare BASTA anche a ciò che è diventata la scuola in questi anni: una volta luogo di formazione di uomini e donne, ora solamente un magazzino, un’accozzaglia di vuoti nozionismi, valutazioni, competenze. BASTA al cosiddetto “pass verde” strumento di controllo sociale senza nessuna valenza scientifica. BASTA agli aumenti del carovita, che si apprestano a crescere come fossero rulli di tamburo, ma che nessun “professionista dell’informazione” sta annunciando. Anche la situazione del liceo “G. Marconi” di Pescara ha contribuito a far traboccare il vaso della nostra pazienza. Millequattrocento studenti sono rimasti in sospeso per un’estate intera, con la minaccia della DaD a tempo indeterminato: il liceo alla fine è stato demolito e, dopo due anni di inutili scaricabarile della politica locale, l’unica patetica soluzione è stata trovata nello sballottare un’intera comunità scolastica in cinque differenti edifici, dividendo e abbandonando così una scuola e la sua dignità. Ma se agli altri pare giusto rimanere indifferenti a questa mole di menzogne e prese per il culo, noi abbiamo deciso di dire BASTA.
Come molte volte ripetuto, siamo noi il futuro di questo Paese, siamo la Rivoluzione del presente e del futuro.
Quella di domenica è stata anche la nostra risposta alle politiche liberticide di un governo che ha più di un punto oscuro da dover essere affrontato da chiunque abbia come bussola Verità e Giustizia!.
Adesso ci vogliono perfino dire loro in che modo andare a scuola, in che modo frequentare persone e in che modo lavorare. La nostra libertà di vivere, se non si fosse capito, sta scomparendo ad una velocità sconvolgente.
Ed è quindi nostra (cioè di tutti noi) la responsabilità di riportare valori come Verità e Giustizia in questo mondo quasi del tutto buio.
Come ogni giorno della nostra vita, anche domenica abbiamo combattuto contro questo sistema che vorrebbe vederci soccombere sotto i suoi infami colpi… ma questi nemici senza volto e senza più identità non ci fermeranno molto facilmente. A Pescara si è potuto dimostrare che non tutto è perduto e che non tutti gli strilloni che girano in questo momento sono fermi a dei semplici slogan momentanei guidati solo da istinto di rabbia.
Una vera alternativa a questo mondo è possibile, dunque; ma solo se rinnovata e intransigente sarà la disposizione totale al sacrificio, alla coltivazione di sé e alla coraggiosa volontà di diffondere il proprio dissenso contro questo sistema.